La maggioranza di governo della Città, nel consiglio comunale dello scorso 8 ottobre, con il voto contrario delle opposizioni, ha disposto l’efficacia dei due progetti definitivi di variante urbanistica adottati in data 14 maggio 2020, stabilendo che nella Cittadella dello sport, a ridosso del quartiere densamente popolato di Fonte dell’Olmo, debbano essere collocati un centro di raccolta rifiuti e un centro di riuso.
A nulla sono valse le oltre 1.300 firme raccolte dal Comitato “No al centro di raccolta rifiuti nel cuore della Cittadella dello sport” e le ulteriori firme raccolte dagli altri due Comitati che si sono costituiti al riguardo, “Fonte dell’Olmo quartiere attivo” e “No al centro di raccolta”.
In pratica circa 1.800 cittadini hanno chiesto all’amministrazione Di Girolamo di fermare questo scempio e di avviare un dialogo nelle sedi istituzionali per individuare un posto diverso e più idoneo sul territorio per la migliore collocazione dei due centri.
Purtroppo, neppure le richieste di Legambiente, WWF, Italia Nostra, Associazione Camper Club Mare Blu, Associazione ASCOM, oltre che dei gruppi politici del Movimento 5 stelle e dei Fratelli D’Italia, hanno evitato di rendere efficaci le due varianti che sacrificano il verde pubblico (zona F1) della zona sportiva a favore dei due centri.
Ma ripercorriamo la storia di queste due varianti urbanistiche.
Il 4 aprile scorso, dopo aver esaminato i due progetti attraverso le tavole che li compongono e con l’aiuto di tecnici esperti urbanisti ambientali, ci siamo resi conto dell’enorme danno che si stava per compiere sulla nostra Città e abbiamo lanciato un grido di allarme sulla stampa.
Al posto del verde pubblico, un centro di riuso e un centro di raccolta dei rifiuti collocati nella Cittadella dello Sport, appena dietro lo stadio, vicino alla piscina, al pattinodromo palabeach con i giochi sulla sabbia, ai campi da tennis, al palazzetto dello sport, al centro diurno - Casarosa dei disabili gravi, alla Croce Rossa, nelle immediate vicinanze della scuola media F. Romani, quasi addosso alla palazzina che ospiterà un centro di riabilitazione, una palestra e un centro di medicina dello sport e in contiguità dei 5 pozzi di captazione della Rolli Alimentari S.P.A. In quella zona ci sono anche nove attività commerciali, la sala del Regno dei Testimoni di Geova, la Caserma dei vigili del fuoco e il centro densamente abitato di Fonte dell’Olmo in cui il Comune sta cercando di vendere il terreno sul quale saranno realizzati altri appartamenti ed altre attività commerciali.
Insomma, una zona che urbanisticamente è stata pianificata dagli amministratori degli anni passati con una visone avveniristica che tiene conto della vocazione turistica della nostra Città.
E’ davvero inspiegabile come un’amministrazione che abbia a cuore lo sviluppo e la crescita della propria Comunità possa creare una condizione così critica in una zona che dovrebbe essere un biglietto da visita.
Sindaci illuminati come Giovanni Ragnoli, Pasquale Calvarese, Claudio Angelozzi, Domenico Cappucci, Nicola Crisci, hanno pianificato il nostro territorio pensando bene a come redistribuire la ricchezza anche in termini ambientali.
Non dimentichiamoci che in quei luoghi c’era una palude che, negli anni 80, fu bonificata per creare la Cittadella dello sport che, anche oggi, grandi città sognano di avere e che noi dovremmo valorizzare ed implementare, a partire dalla sistemazione del verde pubblico e della viabilità.
Invece di pensare di reperire fondi per integrare gli impianti sportivi, magari con una bella palestra da mettere a disposizione delle tante società che lavorano con i ragazzi sul territorio e che hanno una funzione altamente sociale, l’amministrazione Di Girolamo intende creare una commistione che va ad inibire un corretto sviluppo della zona sportiva e dell’abitato di Fonte dell’Olmo con la realizzazione di un centro di raccolta rifiuti, addirittura attaccato ai pozzi di captazione dell’industria alimentare Rolli S.P.A, ben sapendo che un centro che accoglie rifiuti anche pericolosi contenenti mercurio o clorofluorocarburi rischia in caso di incidente di immettere veleni nella catena alimentare attraverso le falde acquifere da cui si alimentano quei pozzi.
Per non parlare dei problemi della viabilità, già di per sé molto congestionata, che con l’andirivieni di mezzi pesanti andrà ad aggravarsi.
D’altronde, nel progetto, a parte la viabilità interna ai due centri, non esiste un piano per la viabilità esterna e questa carenza può costituire un grave pericolo soprattutto per i ragazzi che frequentano gli impianti sportivi, oltre che causare disagi, in particolare, nella giornata di mercato del martedì.
La zona ideale può essere quella dell’autoporto in cui insistono terreni di proprietà comunale e in cui sta per riaprire l’ecocentro, dopo il sequestro e l’adeguamento alle norme di sicurezza disposti dalla Magistratura.
Questa soluzione, che, peraltro, potrebbe essere ulteriormente migliorata come posizione nella zona, è stata prospettata nella consapevolezza che l’economia circolare, con il riuso dei beni, ispirata a principi di tutela ambientale e di solidarietà sociale, non può che trovare tutti d’accordo ed in considerazione che un solo sito su cui collocare centro di raccolta rifiuti e di riuso risulta senz’altro sufficiente a soddisfare ogni esigenza. D’altronde, la zona dell’autoporto è facilmente raggiungibile da tutte le parti del territorio e posta in un ambito produttivo.
La cosa che lascia davvero perplessi e senza parole è che dinanzi ad una così grande contestazione da parte dei cittadini rosetani, l’amministrazione comunale, deridendo e mettendo in discussione la serietà della gente e l’onestà intellettuale di chi si è prodigato per fare delle proposte serie ed alternative, tira dritto senza ascoltare nessuno, come, del resto, in altre situazioni, ultima delle quali il progetto della pista ciclabile di Roseto – Voltarrosto, che oltre ad essere estremamente pericolosa sconvolge la viabilità di un’ampia zona sempre a sud di Roseto, senza che la gente che ci vive sappia nulla o sia stata coinvolta minimamente nelle decisioni.
In consiglio ho messo a verbale e depositato la dichiarazione di voto contrario, pubblicata all’indomani della seduta consiliare sui social, in cui sono state evidenziate le diverse contraddizioni e/o violazioni di legge contenute nei due atti approvati.
Figurarsi che unatto di gestione indirizzato all’Amministrazione provinciale, di competenza esclusiva del dirigente, è stato firmato dall’assessore Petrini, componente della Giunta comunale, organo di governo, in violazione palese del principio di distinzione/separazione dei poteri sancito dal nostro Ordinamento.
Ma, la battaglia dinanzi a tanta ostinazione e non ascolto delle voci del territorio continua ad altri livelli.
Impediremo questo scempio, non ci arrendiamo e siamo a fianco di Imprenditori, Associazioni e Comitati che hanno annunciato ricorsi a tutti i livelli.