Presentata ieri dalla consigliera Rosaria Ciancaione l’interrogazione per capire come stiano le cose sulla riduzione della Tari del 25% destinata alle attività produttive che hanno dovuto sospendere l’attività nel 2020 per Decreto a causa del COVID.
“Il 30 dicembre dello scorso anno”, esordisce la consigliera, “presentai un emendamento alla delibera relativa alle riduzioni Tari chiedendo che non si procedesse a domanda ma che si applicasse di diritto la riduzione del 25% a tutte le attività che erano rimaste chiuse a causa del Covid, come da delibera e tabelle dell’ARERA. Chiesi anche di esercitare la facoltà di azzerare la quota variabile della TARI per le famiglie in gravissimo disagio sociale ammesse al bonus per luce, gas e acqua”
Purtroppo l’amministrazione Di Girolamo non ne volle sapere, bocciando la mozione sia per la parte relativa alle famiglie in difficoltà sia per le attività produttive, imponendo ai gestori di queste di presentare perentoriamente domanda entro il 31.1.2021 al fine di ottenere una riduzione che, invece, era ed è dovuta per legge, per cui il Comune ha incassato la somma di 586 mila euro.
Con l’interrogazione si chiede di sapere quante attività abbiano presentato domanda, quanto della somma a disposizione si è speso per la riduzione del 25% e, soprattutto, cosa intenda fare il Comune per quelle attività che non hanno presentato domanda, come a molti è capitato.
D’altronde non tutti guardano cosa viene pubblicato sul sito del Comune, non per questo è possibile negare un diritto riconosciuto dalle leggi dello Stato a chi nel 2020 ha dovuto chiudere l’attività e che purtroppo ancora non vede la luce su quello che sarà il futuro con questa emergenza sanitaria ancora in atto che ha messo in ginocchio l’intero tessuto socio economico della Città, come testimoniato dall’iniziativa “RosetoRiapre” promossa dai titolari di bar, ristoranti, pub e palestre.
“Basta ciurlare nel manico”, intervengono Paola Aloisi, Marco Sacchetti e Luigi Talamonti portavoce dei gruppi Un’Altra Idea di Roseto 21.0, Roseto Progressista e Coraggiosa e M5S, “adombrando soluzioni fumose che vengono dallo Stato o dalla Regione, quando nel momento in cui è possibile agire direttamente come Comune, avendo i soldi in cassa, ci si nasconde dietro a una domanda e un termine pure perentorio”.
“E’ arrivato il momento di scoprire le carte” conclude Ciancaione, “ e di capire cosa farà l’amministrazione per ridurre del 25% tutte le attività chiuse nel 2020 senza alchimie mirate a non riconoscere ai suoi cittadini ciò che spetta, come la restituzione degli 800 mila euro della tari 2018 a seguito della sentenza del TAR Abruzzo”.