L’ANTICO BORGO DI MONTEPAGANO RISCHIA DI ESSERE INVASO NUOVAMENTE DA IMPATTANTI TRALICCI PER LA TELEFONIA MOBILE
Richiedere un piano delle antenne non vuol dire fermare il progresso ma adoperarsi per la tutela di meraviglie paesaggistiche di rara bellezza del nostro territorio.
Come il Colle San Rocco, preso di mira fin dal 2004 da ingombranti supporti metallici.
Risale infatti a diciassette anni fa l’installazione di un enorme traliccio di 35 metri che avrebbe dovuto fungere da sostegno per le antenne di trasmissione a servizio dell’Arma dei Carabinieri.
Questa torre spuntò dall’oggi al domani nel bel mezzo del colle San Rocco del borgo antico di Roseto, scatenando le ire dei paganesi, che oltre a temere per la stabilità della collina evidenziarono come questa grossa costruzione deturpasse l’ambiente.
Nacque così il Comitato Popolare anti-antenna “Elettra”, capeggiato da un più che mai agguerrito On.le Pio Rapagnà, che intraprese una lunga battaglia, dapprima per bloccarne i lavori per l’installazione e, poi, per richiederne la rimozione.
I cittadini di Montepagano si rivolsero all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, invitandolo ad intervenire a tutela di un antico borgo medievale di valenza nazionale.
La lotta venne vinta undici anni dopo, nel 2015, quando, dopo una serie di azioni e attività, l’odiato traliccio, che alterava il profilo paesaggistico ed architettonico di Montepagano, venne finalmente rimosso.
Oggi i cittadini del quartiere San Rocco si trovano a vivere nuovamente un problema analogo, con la società Iliad, che ha ottenuto un’autorizzazione con il silenzio assenso dall’amministrazione comunale per l’installazione di una nuova antenna per la telefonia, la cui tecnologia potrà essere facilmente trasformata in 5G, in un terreno posto proprio sul colle vicino alle abitazioni, ignorando la battaglia di tanti anni fa.
E pensare che Montepagano è inserita tra i Borghi Autentici d’Italia, un gioiello da vivere e preservare riscoprendo e riqualificando l’ identità storica, culturale e territoriale attraverso iniziative ed azioni progettuali di sviluppo strategico che consentano il miglioramento continuo della struttura urbana, del contesto sociale, ambientale, culturale e dei servizi, anche in un’ottica di sviluppo turistico della nostra città.
Ma torniamo al piano delle antenne di cui a Roseto si iniziò a parlare nel 2005, con l’approvazione di uno specifico regolamento che però non ebbe seguito.
A marzo del 2017 in consiglio la prima interrogazione sulla tematica, con l’obiettivo di assicurare un adeguato insediamento urbanistico - territoriale degli impianti e di minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi magnetici ed elettromagnetici.
Nonostante le rassicurazioni contenute nella risposta da parte dell’assessore Petrini all’interrogazione, a livello pratico, l’Amministrazione non si adoperò in alcun modo.
Perciò, in occasione dell’installazione di una stazione radio base per rete di telefonia mobile a Molino Sant’Antimo di Voltarrosto, lavorando in sinergia con i gruppi Un’altra Idea di Roseto 21.0 e Roseto Progressista e Coraggiosa e il Movimento 5 Stelle fu proposta prima una nuova interrogazione (novembre 2019) e poi una mozione (gennaio 2020) per richiedere ancora una volta l’approvazione del piano delle antenne e relativo regolamento e, in base ai principi comunitari della precauzione, dell'azione preventiva e della correzione, nelle more del completamento dell’iter urbanistico di approvazione del piano delle antenne, fu sollecitata l’emanazione di una specifica Ordinanza Sindacale che impedisse il rilascio di qualsiasi autorizzazione per l’installazione di nuove stazioni radio base per la telefonia mobile e di qualsiasi forma di sperimentazione sul territorio rosetano della tecnologia del 5G.
Ottenemmo un deciso “no”, con interventi fortemente contrari di esponenti della maggioranza che, oggi, quasi d’incanto, si sono fatti paladini delle problematiche dei cittadini di colle San Rocco, come il consigliere Simone Aloisi.
Sono infatti gli stessi consiglieri che evidenziarono come questi interventi rappresentassero opere strategiche per le compagnie telefoniche, sulle quali le amministrazioni non avrebbero avuto diritto di veto.
Purtroppo il Comune di Roseto non approvando il piano delle antenne, il cui obbligo è sancito dalla Legge Regionale 13.12.2004, n. 45 e s.m.i., non ha fatto la cosa che rientra nelle sue prerogative per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e MINIMIZZARE L’ESPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI, così come previsto dalla L. 36/2001.
Infatti, nei Comuni in cui esiste una corretta pianificazione, i ricorsi dei gestori della telefonia non hanno vita facile, come dimostra la Sentenza del TAR del 31.10.2019 a favore del Comune di Bologna che ha visto negare a ILIAD la riconfigurazione di alcune antenne di telefonia in chiave 5G, come dimostra la sentenza del Consiglio di Stato in data 10 febbraio 2020 che ha dato ragione al Comune di Udine. Qui, Iliad è stata costretta a interrompere i lavori per una stazione radio base, poiché lo strumento giuridico per l’attivazione dell’impianto è l’aggiornamento del Regolamento comunale annesso al piano delle antenne e non la semplice presentazione della SCIA, come sostenuto in consiglio comunale da tutta la maggioranza.
D’altronde l’amministrazione comunale con i suoi giovani paladini dimostra una scarsa sensibilità sul tema antenne, preoccupandosi, al contrario, di agevolare i gestori della telefonia, come nel caso dell’antenna posta nello stadio di Fonte dell’Olmo per cui il contratto di locazione è stato portato ad una durata di 21 anni. Proprio un bel regalo di quasi 100 mila euro perché in 21 anni il canone passa da € 161 mila euro a € 65 mila euro!
Non si riesce a comprendere come non ci debba essere un impegno forte da parte di tutti per ridurre gli attuali valori d’irradiazione elettromagnetica e per minimizzare il rischio sanitario sul nostro territorio in nome del bene universale della salute pubblica sancito dalla Costituzione e in nome della transizione ecologica di cui non è sufficiente proclamarne ad ogni livello la bontà.
Occorre, invece, un lavoro concreto sui territori, finalizzato a riconciliare le Comunità con la natura, coinvolgendo i cittadini, che vogliono essere informati, vogliono partecipare alle decisioni che interessano l’ambiente in cui vivono e capire i rischi che le nuove tecnologie comportano per la salute pubblica, come nel caso dell’Antenna che ora si vorrebbe far sorgere sul colle San Rocco del nostro antico borgo di Montepagano.
Se si lavora in modo serio ed attento è possibile creare un giusto equilibrio tra il supremo valore della salute pubblica e le esigenze della modernità legate allo sviluppo tecnologico.
Per tornare e concludere sull’antenna del Colle San Rocco di Montepagano, i cittadini oggi vedono che i lavori sono stati bloccati.
Il Comune di Roseto il 18 febbraio 2021, in extremis, dopo aver fatto maturare il silenzio assenso ad una richiesta di Iliad del mese di settembre 2020, si è ricordato di avviare in autotutela la revoca del provvedimento tacito di accoglimento dell’installazione della nuova stazione radio di Montepagano.
E sorgono spontanee alcune domande.
Da dove nasce questo cambio di vedute a pochi mesi dalla mozione?
Quando scadrà questa sospensiva, prima o dopo le elezioni?
Il tempo ci dirà come stanno realmente le cose e intanto lavoriamo con i cittadini di Montepagano per condividere e sostenere tutti insieme ogni utile iniziativa e attività finalizzate ad impedire questo nuovo scempio.